Rimini | Asili, l’emendamento ‘salva bilancio’
L’emendamento consegnato poco prima della chiusura degli uffici alla segreteria del consiglio comunale potrebbe contenere la chiave affinché il bilancio di previsione 2013 del Comune di Rimini possa essere votato anche da chi da una settimana sta dichiarando che non lo avrebbe mai votato, Stefano Brunori dell’Idv. Il nodo da sciogliere è quello relativo al destino degli asili comunali a gestione Asp Cerchio magico e Bruco verde.
Sono 1.500 le firme raccolte dalla petizione dei consiglieri comunali Stefano Brunori (Idv) e Savio Galvani (Fds) della maggioranza e Fabio Pazzaglia (Sel Fare Comune) della minoranza a difesa degli asili a gestione pubblica del Comune di Rimini. Tra i firmatari illustri, oltre al magistrato Pietro Ingroia, anche quella di Lino Gobbi e Antonella Beltrami del Pd. Ci sono anche diversi genitori di Riccione. “Gente che lavora a Rimini – spiega Brunori – e che quindi porta i propri figli qui”. La richiesta della petizione, lo ricordiamo con le parole di Galvani, è quello di “mantenere un sistema educativo che non rinunci al ruolo del pubblico”.
Di queste firme i tre consiglieri si fanno forti per avvalorare le loro richieste alla maggioranza. C'è, però, “un punto dolente nel bilancio – spiega Savio – che ha aperto questo vaso di Pandora, riguarda non il 2013 ma la prospettiva. Si trova al punto 3 e giovedì prossimo scopriremo se saremo riusciti a convincere la maggioranza ad apportare le opportune modifiche”. In pratica, spiega il segretario di Rifondazione, “il punto tre dà una flessibilità nell’azione gestionale che prevede anche la possibilità dell’esternalizzazione degli asili comunali, passando attraverso l’Asp”. Questa precisazione al punto tre, spiega Galvani, allo stato attuale non sarebbe utile perché “è in discussione una legge regionale che avrà l’obiettivo di definire la mission delle Asp, gli indirizzi politici che dovranno perseguire e le modalità attraverso cui accendere i contratti. Mettere nel nostro bilancio quella frase è come anticipare una discussione che andrebbe fatta dopo l’approvazione di questa legge”. Necessario, quindi, secondo i tre consiglieri rinviare la discussione e togliere dal bilancio in votazione giovedì il passaggio incriminato.
Allo scopo Fabio Pazzaglia ha presentato un emendamento, mentre i suoi colleghi di maggioranza ne attendono uno con la firma del sindaco, dopo aver provato a condividere un testo nell’ambito della riunione di maggioranza di mercoledì scorso: “La missione e le linee di indirizzo per la gestione dei servizi affidati all’Asp, con particolare riferimento alla gestione diretta degli stessi, saranno stabiliti da uno specifico contratto di servizio, nel quadro normativo che sarà definito dalla legge regionale in tema di riassetto delle Asp e in armonia con gli orientamenti degli altri comuni dell’Emilia Romagna”. “Se vedrò lo scritto nero su bianco – annuncia Brunori – voterò il bilancio. La nostra non è una lotta personalistica”. Galvani è ottimista. “Nel Pd conoscono la nostra proposta e la condividono. Ci aspettiamo l’emendamento del sindaco”.
Pazzaglia dalla minoranza ha chiaro il suo no al bilancio in toto, ma ritirerà il suo emendamento qualora arrivasse quello condiviso da maggioranza e sindaco. “Non è una crociata contro il privato e noi non siamo tardo comunisti, ma partiamo da dati concreti”, è la precisazione di Fabio Pazzaglia. “Non siamo contro le scuole private, io personalmente non mi sono mai sognato di togliere il contributo comunale al sistema integrato (400mila euro). La nostra posizione e molto più ampia e di buonsenso rispetto a Bologna. Siamo per aumentare i posti nido e per farlo occorre che le due gambe (pubblico e privato) crescano contemporaneamente, invece qualcuno vorrebbe travasare tout court otto asili dal pubblico al privato. C’è però da ricorda che quelli di via Rondine e via Sacco e Vanzetti sono stati realizzati con la tassa di scopo”.
Rispetto alla questione delle insegnanti degli asili Cerchio magico e Bruco verde, “le dipendenti avevano contratto a tempo determinato e la nuova legge Fornero stabilisce che i tempi per il rinnovo contratti a tempo determinato devono essere limitati: a un certo punto devono confluire in un contatto a tempo indeterminato. Ovviamente con l’esternalizzazione si aggira questa condizione. E noi non lo condividiamo. Vogliamo che quelle maestre restino nel libro paga di Asp”. E’ tutta una questione di costi. Un bimbo al comune in una struttura gestita direttamente costa attorno agli 8.800 euro (fascia più alta di reddito) mentre con la gestione Asp si arriva a 5.200 euro a bambini, somma che scende ancora con la gestione privata e che però per la gestione di Asp è in procinto di aumentare. Da qui l’idea di esternalizzare, anche perché il personale al pubblico costa di più al pubblico che al privato. "Periodi di malattia, 104 e quant'altro sono a carico del Comune", spiega Galvani.
Sulla possibilità di referendum, non c’è tra i tre una strategia comune. “Abbiamo raccolto 1.500 firme in tre settimane, senza impegnarci più del dovuto perché ne sarebbero bastate cento, secondo regolamento consiglio comunale”, spiega Galvani. “Lo Statuto – ci tiene poi anche a precisare Galvani – prevede anche raccolta di 5mila firme per il referendum (con quorum al 50 per cento partecipanti). A Rimini si possono fare referendum propositivi, abrogativi e consultivi, senza differenza di trattamento. Se la situazione in futuro lo richiedesse, questa mi sembra una buona prova preliminare per dimostrare che le cinquemila firme sono obiettivo possibile e raggiungibile”. A domanda diretta sull’eventualità per Rimini di un referendum Brunori e Pazzaglia scuotono la testa e dicono di no. Galvani spiega che è un’eventualità che contempla tra le frecce al suo arco.